COVID-19 STORY
Voglio scrivere due cose sull’ansia.
Perché in questi ultimi anni l’ho guardata negli occhi tante volte.
E anche sulla paura.
Quella la vivo già ogni giorno.
L’ansia da sclerosi multipla con la quale convivo da due anni, ora l’ansia da Covid-19.
Starò bene? Avrò il mio farmaco regolarmente?
Sono costretto ad annullare la mia risonanza magnetica di controllo annuale.
Sono – e siamo, tutti insieme – costretti a vivere nell’incertezza cosmica di quello che sarà.
E questo perché un pipistrello in una grotta sperduta in una foresta della Cina ha portato un virus nuovo e qui sui social, dove ormai ci ritroveremo ogni giorno, c’è gente che per settimane diceva di aver capito tutto.
Poveri fessi, noi.
Loro, da subito, avevano capito già tutto.
Poi sono scappati in treno per tornare qui, ma questa è un’altra storia, una storia che devono affrontare con la propria coscienza e il senso di responsabilità.
E poi ci sono anche gli altri.
Quelli del “c’è la faremo” e i “ce l’ha faremo”.
Contraddicono virologi e luminari di fama internazionale mentre ghignano nei selfie con la mascherina e gli spritz ammassati davanti ai bar e ai locali.
Medici e infermieri della loro stessa età svengono distrutti per la stanchezza dopo ore infinite di lavoro, spesso privi persino di attrezzature sanitarie adeguate per proteggersi.
Ma a quanto pare anche loro avevano capito tutto di un virus mai apparso sulla faccia della Terra e sul quale nessuno è in grado di dire nulla di certo fino a quando non ci saranno robusti e affidabili studi clinici pubblicati da autorevoli riviste scientifiche: mettiamoci l’anima in pace.
Quando ero un insopportabile narcisista soffocavo sempre due sentimenti: la tristezza e la paura.
Oggi mentre con gli occhi lucidi ascoltavo il discorso di Conte comprendevo che l’ansia e la paura, quasi sempre, ti permettono di scoprire te stesso e di imparare ad amarti così come sei, anche e soprattutto per quello che sei.
Ho paura di tante cose in questo momento, non solo della mia salute in questa pandemia, ma anche di quello che accadrà alla gente sola, alla nostra economia, alla nostra vita.
Quando torneremo davvero ad abbracciarci, a ridere, a godere di quelle piccole cose che oggi scopriamo essere dei preziosi privilegi?
Ne usciremo tutti insieme.
E tutti insieme saremo delle persone migliori.
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