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story


progetto story
tecn mista su tavola 100 x 120 cm anno 2017

“La fotografia è una azione immediata, il disegno una meditazione”.
Così Cartier-Bresson precisa la differenza che esiste tra la fotografia e la pittura.
Quando in un artista si ritrovano un attento occhio fotografico sulla realtà ed una decisa mano artistica nascono opere composite e profondamente incisive.
È questo il caso di Vincenzo Mascoli. Il quale allo scatto fotografico e alla pubblicità associa una attenta meditazione pittorica. Ricerca icone dei nostri giorni che come nella vita reale fanno da sfondo e colonna sonora a noi ed ai nostri ricordi.
I suoi dipinti sono un repertorio di immagini tratte dalla quotidianità.
I suoi soggetti sono presenze serene nel caos cittadino, elementi del grande gioco che è la vita.
Nei suoi dipinti tutto concorre a creare il senso di straniamento dalla realtà, a definire un fuori fuoco immaginario che superando i limiti reali della superficie si può prolungare all’infinito, dove il soggetto predominante siamo noi ed il nostro io fanciullo.
È l’ossimoro concretizzato dalla fotografia, è l’attimo che diventa eterno.
Le immagini dell’Artista bloccano e fissano, in istantanee della realtà, ciò che fermo non può essere: il mondo odierno.
Movimento che diventa pittura attraverso la sua energica gestualità.
Angelo Michele Annese


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progetto story
tecn mista su tavola 100 x 120 cm anno 2017

La precarietà dell’essere nella postmodernità. Le impetuose policromie e il caos materico che rappresentano simboli dell’immaginario collettivo e che fanno da sfondo a scene di quotidiana perdita di senso della condizione esistenziale umana. La poetica artistica di Vincenzo Mascoli penetra, attraverso una dimensione estetica “superficiale” – ossia concentrata sull’esperienza percettiva – nell’individualismo in cui l’uomo postmoderno è spinto dalla società dell’iperreale, dominata dalla “simulazione” della realtà, come analizza Baudrillard nel “Delitto perfetto”. L’artista pugliese ritrae dunque la mancanza di punti di riferimento nonché la perdità della nicciana “illusione” – della fantasia – nell’individuo postmoderno, immerso nell’iperrealtà, che rischia di diventa monade tra le monadi pur rimanendo zoonpolitikòn, un animale sociale. Partecipe comunque di una dimensione collettiva costituita da segni e simboli che rimandano ad un’intrinseca provvisorietà dell’esistente.

Cecilia Pavone


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anima-le


anima-le trittico
società
tecn mista su tavola 100 x 70 cm anno 2017

Il racconto di Mascoli è una storia fredda, l’archivio delle cose trapassate, lasciate senza protezione a fare da brusìo, mentre tutti i gesti, tenuti insieme dalla colla, stentano a confluire in unità, in identità. Una storia fredda come i media freddi, quelli di McLuhan, fermi innanzi senza parola, nella coltre delle vicende raccontate ad alta voce e dei sussurri detti piano.
Ogni volto è un nome collettivo, un foglio delle firme. Profondamente segnato dalla vita, o almeno da quello che di essa si può cogliere al primo appuntamento con la coscienza. Quella vita fatta di fatti e stolta rispetto alla sintesi, mirabilmente irrintracciabile tra le infinite disomogeneità di cui si avvale. E Mascoli, che adotta sulla tela la cronaca e la psiche, annette a questa vita ogni sua colpa, compresa quella di una profonda indecifrabilità, nonostante i nomi propri stagliati sul fondo vorticoso dei colori.

Roberto Lacarbonara


Note: The text above was written by the Artist. No modification was made by C.O.C.A.


Vincenzo Mascoli

Italy



VINCENZO MASCOLI nasce a Corato (BA) nel 1982 dove risiede e lavora. Dopo l’istituto d’Arte si laurea in Scenografia con 110 e lode all'Accademia di Belle Arti di Bari con doppia specializzazione in scenografia/pittura con 110 e lode e lavora come Direttore di scena presso il teatro Comunale di Corato dal 2012 e come scenografo-costumista e realizzatore presso teatri e produzioni teatrali.


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