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Quei tre bravi ragazzi. 2017


Quei tre bravi ragazzi fa parte del progetto AMEN, che indaga il principio della fede, intesa come bisogno dell’essere umano, di ricercare sicurezza, affidamento, certezza, nonostante viva i continui conflitti tra ragione e irrazionalità, scaramanzia, superstizione e logica. L’opera, composta da tre coltelli realizzati totalmente in pane, infilzati in una base di cemento armato. Tre pezzi di pane, che tagliano e che ribaltano il proprio destino, Tre pezzi di pane messi in croce, o pronti per un’esecuzione. Tre pezzi vestiti da arma pronti ad offendere, ma anche tre pezzi di pane bruciati. Un’opera che, in linea con il progetto, cerca di creare un cortocircuito tra la linearità semantica, storica, e quella visiva.


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adamo AD eva. 2017


L’opera è costituita da una colonna vertebrale lunga 75 centimetri (lunghezza media di un essere umano), al cui lato sinistro, all’altezza del cuore, è posizionata un’unica costola, rappresentazione dell’atto di forza di Adamo nel riappropriarsi della costola generatrice, di cui era stato privato.
Un gesto dimostrativo di “adamo” che AD “eva”, toglie ciò che in origine ha donato per la sua creazione. Ogni storia di violenza femminile, spesso nasce da un amore. Un amore finito. La storia di un uomo che, ad amore consumato, si riappropria della propria “costola”, posizionandola sul petto. Come una medaglia, come il trofeo che demarca la linea tra amore e supremazia, tra sacrificio e sopruso. L’ossimoro che si genera dalla fine di un amore.


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in fede. 2016


L’opera costituita da un cervello umano di media dimensione, in cemento armato, è sovrastato da una corona di spine di rame puro, realizzata da tre fili intrecciati e 33 spine. Dal cervello scende una coda di nervi, sempre in rame puro. L’opera si pone palesemente tra la ragione e la fede religiosa, creando un’oscillazione evidente tra logica e irrazionalità. La scelta del rame, quale materiale nobile, ma utilizzato anche per necessità scientifiche, tanto da essere diventato il “nuovo oro”, tende a voler dare lustro ad una corona atta ad punire. Una corona, appunto povera, su un cervello, altrettanto povero, che identificano un essere umano comune.


Note: The text above was written by the Artist. No modification was made by C.O.C.A.


Francesco Petrone

Italy


(Foggia 1978) vive e lavora a Roma. Si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Foggia, E' docente presso il Liceo Artistico Argan di Roma. Artista, scultore, lavora con ironia e sarcasmo sul rapporto tra società e cultura popolare contemporanea, costruendo un immaginario fatto di controsensi, provocazioni e citazioni. Una ricerca artistica che lo porta ad operare con materiali industriali: su tutti il cemento armato, inteso come “carne e ossa”, rapportato alla durata e caducità della vita umana stessa. Materiale dall'estetica, cruda, sintetica, imprecisa, ma forte, e dal procedimento produttivo, quasi biblico: una roccia fatta polvere, che torna roccia. Le opere di Petrone sono confluite al MAAM (Rm), al Museo Crocetti (Rm), al Museo Omero (An), alla GNAM (Pg) e al MARCA (Cz).


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