
Olduvai#1 2018
L’opera d’arte : Serie Olduvai#1
Queste opere sono dedicate alle amigdala, al loro semplice segno sulla tela e all’elemento essenziale cui corrispondeva il loro uso nella mani dei primi uomini.
Sono partita dal concetto del chopper dell’uomo primitivo come utensile necessario, contrapposto alla infinità di oggetti da cui invece siamo sommersi quotidianamente. L’uomo primitivo usava solo un oggetto per ogni cosa. Scheggiando e rischeggiando questo oggetto inoltre si ipotizza che i primi uomini abbiano cominciato a vedere nelle sue scalfiture qualcos’altro: un profilo, una immagine e forse l’inizio dell’opera d’arte.
Guardando ed esplorando le forme delle punte in pietra e osso mi sono letteralmente innamorata del loro segno grafico tanto da riproporlo su tela in una serie, accostando questi ad un mio precedente segno grafico ripetuto e ossessivo nella mia espressione artistica: I volti. Volti che depersonalizzano, ma che al tempo universalizzano un messaggio.

Olduvai#3 2018
L’opera d’arte : Serie Olduvai#1
Queste opere sono dedicate alle amigdala, al loro semplice segno sulla tela e all’elemento essenziale cui corrispondeva il loro uso nella mani dei primi uomini.
Sono partita dal concetto del chopper dell’uomo primitivo come utensile necessario, contrapposto alla infinità di oggetti da cui invece siamo sommersi quotidianamente. L’uomo primitivo usava solo un oggetto per ogni cosa. Scheggiando e rischeggiando questo oggetto inoltre si ipotizza che i primi uomini abbiano cominciato a vedere nelle sue scalfiture qualcos’altro: un profilo, una immagine e forse l’inizio dell’opera d’arte.
Guardando ed esplorando le forme delle punte in pietra e osso mi sono letteralmente innamorata del loro segno grafico tanto da riproporlo su tela in una serie, accostando questi ad un mio precedente segno grafico ripetuto e ossessivo nella mia espressione artistica: I volti. Volti che depersonalizzano, ma che al tempo universalizzano un messaggio.

Olduvai#2 2018
L’opera d’arte : Serie Olduvai#1
Queste opere sono dedicate alle amigdala, al loro semplice segno sulla tela e all’elemento essenziale cui corrispondeva il loro uso nella mani dei primi uomini.
Sono partita dal concetto del chopper dell’uomo primitivo come utensile necessario, contrapposto alla infinità di oggetti da cui invece siamo sommersi quotidianamente. L’uomo primitivo usava solo un oggetto per ogni cosa. Scheggiando e rischeggiando questo oggetto inoltre si ipotizza che i primi uomini abbiano cominciato a vedere nelle sue scalfiture qualcos’altro: un profilo, una immagine e forse l’inizio dell’opera d’arte.
Guardando ed esplorando le forme delle punte in pietra e osso mi sono letteralmente innamorata del loro segno grafico tanto da riproporlo su tela in una serie, accostando questi ad un mio precedente segno grafico ripetuto e ossessivo nella mia espressione artistica: I volti. Volti che depersonalizzano, ma che al tempo universalizzano un messaggio.
Note: The text above was written by the Artist. No modification was made by COCA.
daniela moretti
Italy
Daniela Moretti in arte DAZ è nata nel 1978 in Campania. Ha studiato alla Sapienza di Roma ,
laureandosi in Lettere e Filosofia. Negli anni universitari ha portato avanti lavori di arte visiva,
solo successivamente si è poi avvicinata alla scultura.
Ecclettica e multiforme nelle sue scelte espressive non manca di inserire nei suoi lavori elementi
di oreficeria e lavoro su tessuto. Ha all‟attivo diverse personali e collettive con lavori di
installazione site specific.
“Ho sempre amato l‟arte in tutte le sue forme espressive, ma alla base di questa predilezione
c„è sempre stato
l‟amore per la filosofia, intesa come ricerca costante dei perché dell‟essere umano, del suo
agire, dei suoi
impulsi e dei suoi limiti. Mi sono affidata all‟arte visiva, all'immagine per la mia ricerca. Sono
una pittrice
e una scultrice per necessità esistenziale”.