
Merce da Consumo. 2014
In quest’opera ho intenzionalmente appeso a dei ganci destinati ad uso animale dei mezzi busti di figura umana realizzati in garza imbevuta nel gesso. L’atto di appendere delle figure umane al posto della carne animale da consumo quotidiano, è una provocazione verso come le modalità comunicative dei media abbiano distorto e reso merce da consumo il corpo. I busti, tutti uguali e dall’anatomia prorompente sono solo in attesa di essere “consumati”. La scelta delle garze imbevute nel gesso sono una metafora che descrive quanto il confine tra identità ed estetica sia fragile e delicato, in un momento storico in cui l’identità conta meno dell’aspetto fisico.

Mèlancolie I. 2018
la serie di light box fotografici Mèlancolie racchiudono un momento di introspezione personale. In ognuno di essi è stata utilizzata una fotografia originale contenuta nel mio album di famiglia contornati da una serie di materiale botanico sapientemente ricercato. In Mèlancolie I la passeggiata in spiaggia tra madre e figlio rappresenta un momento di deliziosa malinconia, rappresentata da un bambino in tenera età che, fragile e curioso, ricerca la propria identità ignaro del fatto che appena sarà a passeggiare lontano dal grembo materno, come un fiume in piena gli eventi lo inghiottiranno se la memori, fragile come e delicata come i fiori che lo avvolgono, non sarà abbastanza forte da superare gli eventi cui sarà sottoposta nel tempo, trovandosi in una società borderline, instabile e quasi totalmente priva di empatia.

Terroir #113. 2017
Il legame con il territorio, la domanda sull’origine, la necessità di esser parte di un contesto geo-culturale: microcosmi che ascrivono l’identità del luogo e allo stesso tempo rimandano alla dimensione del proprio “interiore”. Ogni luogo è la rappresentazione del vissuto soggettivo, che nell’installazione Terroir #113 prende forma mediante elementi naturali, ambienti-tana, scatole luminose contenitori di ricordi, una costellazione di ambienti che si alimentano nelle emozioni e nella memoria personale e collettiva. Il luogo si abita e con esso si intrecciano relazioni profonde e si ricerca la propria identità.
Note: The text above was written by the Artist. No modification was made by C.O.C.A.
Carmela Cosco (Catanzaro, 1989). Nel 2013 consegue il Diploma di I° livello in Pittura presso l'Accademia di Belle Arti di Catanzaro, successivamente il Biennio Specialistico in Scultura. Ha partecipato a diversi Premi, Mostre, Festival e Residenze d'Artista. Nel lavoro mantiene una certa fedeltà all'installazione ed alla scultura multimaterica, con particolare attenzione a quella organica. La sua ricerca è incentrata su temi legati alla collettività, alla mente ed alla sua vulnerabilità, con l'urgenza di conservarne una memoria attraverso la costruzione di luoghi intimi in cui ritrovare la propria identità, soffermandosi sui dettagli che legano la natura biologica al mondo fisico, cercando di comunicare l'idea di quanto il nostro rapporto con essa sia straordinariamente connesso,