
controforma. 2018
Controforma | opera della serie interarting | polimaterico e supporto video | dimensioni ambiente | 2018 | E’ una installazione luminosa la cui ispirazione involontaria nasce osservando il docente durante una lezione che distrattamente intercetta con il braccio il videoproiettore ribaltandone l’ombra sulla parete. Può essere forse considerata un’ opera site-specific poiché tale circostanza nonché lo stesso titolo dell’opera sono la consecutio del master per artisti tenuto all’Università del Molise da Lorenzo Canova dal nome “PROFORMA” e al quale ho preso parte. In termini di ricerca personale, “controforma” è un opera della serie interarting. L’interazione consiste appunto nel posizionarsi avanti le forme (cubo, piramide, sfera), che proiettano a parete omologhe forme bidimensionali. In questo modo la purezza della forma si spezza e si riscopre il primato del corpo che allora può essere riposizionato al centro del mondo.

9=x. 2015
9 = x | installazione mobile della serie interarting | polimaterico | 54 x 54 x 30 cm (9pz) | 2015 | Si tratta di 9 mezzi cubi dotati di ruote che possono essere disposti e composti a piacimento. Anche in questo caso l’interazione è debole/analogica cioè di tipo non tecnologico. Interazione differenziale, che mette in discussione anche la riproducibilità esatta dell’entità matematica che a contatto con la ripetizione dell'”etero-ritorno” si trasforma nell’incognita x.

incondivisibile. 2016
Incondivisibile – entraesci | cabina in cartongesso, porta in legno e acrilico 230 x 122 x 122 cm 2016 | “Incondivisibile” è una cabina in cartongesso dotata di porta, completamente nera dentro e fuori. Una volta entrati, il buio dell’interno invita all’introspezione, alla riflessione interiore; esperienze quindi non condivisibili sebbene il box sia abbastanza capiente per ospitare anche due persone. Ma c’è anche un secondo grado di “incondivisibilità” forse più interessante del primo, ed è quello che risponde all’attuale tendenza un poco degenere, di fruire delle opere d’arte in particolare ma della vita in generale, per mezzo delle fotografie da “condividere” sui social network. Nel buio della cabina non si possono scattare che foto nere. Alla iper-ingestione di immagini virtuali l’opera propone quindi il contraltare dell’esperienza autentica, del pensiero libero-liberato dalle sovrastrutture del logocentrismo e dell’interpretazione classica. Ed è in questo senso che l’opera è anche un grad(0)-zero e una tabula-rasa. Ovviamente tutto si innesca attraverso “l’interazione”. | collezione pubblica – comune di Isernia |
Note: The text above was written by the Artist. No modification was made by C.O.C.A.
Antonio Pallotta è nato a Isernia 15 luglio nel 1981 dove vive e lavora. Ha conseguito la laurea in Architettura presso la Facoltà di Pescara nel 2008. Architetto e artista si occupa anche di poesia e di filosofia. E' ideatore e direttore artistico del P.A.C.I. Premio Auditorium Città di Isernia. Si avvicina all’arte con delle opere che rievocano la temperie culturale del cyberpunk e le teorie di Donna Haraway. Abbandonata quella ricerca dal 2012, si dedica all’ “interarting”, richiamandosi all’eventualismo, alle avanguardie artistiche dell’arte programmata, alle esperienze di Piero Manzoni, di Gianni Colombo e del gruppo T.Della sua ricerca fanno parte anche i tentativi di approfondimento degli apparati e dei retroterra teorico-filosofici.