COVID-19 STORY
“Quarant’anni son l’età più giusta per divertirsi” cantava il “vate” Fiumani.
Salvo, però, le sporadiche uscite dettate da esigenze strettamente personali, mi ritrovo, critico/ storico musicale e cameriere precario quarantenne, a trascorrere questo delicato e difficile periodo storico in una “perfetta solitudine”, a contemplare “virtualmente” i meandri più oscuri dell’animo umano che in questi giorni imperversa sulle nostre bacheche con una violenza inaudita, cercando “risposte che soffiano in un vento che non c’è”. D’altra parte, provo a redimermi, sfruttando il tempo che ci hanno concesso, combattendo questa solitudine arricchendo un bagaglio culturale sempre più avido di nuove conoscenze, nutrendolo con letture, ascolti e visioni, ma anche mettendo, semplicemente, nero su bianco pensieri e sentimenti parlando, soprattutto, di musica, con la vivida speranza di uscirne più forti di prima. La speranza che l’arte ritorni a pulsare nelle nostre vene si fa, ogni giorno che passa, sempre più viva. Nel frattempo, guardo la mia gatta e penso che tornati padroni delle nostre vite daremo di nuovo sfogo alle nostre necessità artistiche, ognuno a modo suo.
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